Investimenti ESG: 73% meglio di quelli tradizionali

La sostenibilità sta meritatamente trovando spazio all’interno degli investment criteria degli asset managers. Si incominciano a vedere i primi risultati.

Sostenibilità non solo ambientale, ma etica, sociale, di governance e finanziaria. Una parola che oggi ha trovato lo spazio che merita. E fa bene all’economia ed al rendimento.

Sono USD 220 miliardi investiti in oltre duecento fondi di investimento ad impatto sociale, uno scenario che cambia anche i rapporti e le scelte strategiche delle aziende.

Oltre a migliorare la reputazione delle società, la sostenibilità sta divenendo un aspetto premiante delle attività produttive. Includere nella costruzione e gestione del portafoglio i fattori ESG (Environmental, Social and Governance) produce effetti che sembrano ripagare a lungo termine.

Gli investimenti in ESG hanno avuto una crescita del 70% nell’ultimo triennio.

L’Europa è seconda solo agli Stati Uniti in termini di investimento sostenibile. Oltre alla salute finanziaria di una società, oggi emerge un nuovo metro di valutazione al quale gli azionisti sembrano molto attenti: la “ESG-proficiency”.

Le imprese sostenibili sono premiate dagli investitori, anche perché il mancato rispetto dell’ambiente ha costi -diretti ed indiretti- sempre più elevati. Le assicurazioni sono state negativamente impattate dai disastri ambientali (la cui frequenza è in aumento), ad esempio.

Uno studio tra Banor SIM e il Politecnico di Milano ha dimostrato che fra rating ESG e performance economica c’è un rapporto proporzionale, ovvero le società con alto rating ESG sono in media più competitive. Morningstar, in un recente studio realizzato da Dan Lefkovitz, ha analizzato alcuni benchmark proprietari confrontandoli con quelli tradizionali ed ha evidenziato che i primi battono i secondi con un tasso di successo del 73% ed hanno una minor volatilità: investono in aziende più solide, più competitive e con bilanci migliori.

Gli approcci ESG

Enviromental, Social, and Governance. Un approccio di lungo periodo che genera asset che hanno come obiettivi di investimento l’ambiente, il benessere della società e le pratiche di governance. Investitori sensibili prima di tutto ai rischi derivanti dal cambiamento climatico, l’emissione della CO2 e le nuove sfide dell’energia “green”.

Ma anche al benessere della società, ai diritti dell’uomo e del lavoro. I fattori ESG creano diverse strategie d’investimento collettivo in base agli obiettivi, ad esempio:

  • SRI: Fondi a responsabilità sociale, usare una strategia che esclude settori di investimento (ad esempio le armi e il tabacco), ma il legame rendimento-impatto sulla società e ambiente non è collegato;
  • Fondi impact investing: una strategia di investimento dove i risultati finanziari portano un contributo alla società (ambiente, diritti).

La pressione dell’opinione pubblica sta spingendo società finanziarie ed istituzioni ad aggiornare il proprio business.

Morningstar, ad esempio, ha deciso di utilizzare il termine ESG per indicare una nuova metodologia di rating dei fondi che ha l’obiettivo di valutare come una determinata società di gestione si approccia alle questioni ambientali, sociali e di governance.

L’ONU, da parte sua, ha promosso, nel 2006, i PRI (principles for responsible investment) che sono stati sottoscritti con accordo volontario da 1380 società dell’industria finanziaria per USD 59 mila miliardi di asset in gestione nel 2015. I temi ESG diventano così parte dei processi di investimento.

Investimenti sostenibili e crediti “green”

Oggi il dualismo tra l’investitore solo attento ai guadagni e il promotore di investimenti delle “buone azioni” è superato. Gli investimenti in sostenibilità sono aumentati anche tra gli investitori che in passato sono stati meno attenti a queste tematiche e rappresentano il 2% del totale.

La finanza può avere un ruolo fondamentale a vantaggio della sostenibilità fornendo capitale alle imprese che seguono la strada dell’economia circolare e, di conseguenza, sostenendo la salute del pianeta. Anche acquistando crediti per supportare la produzione di energia rinnovabile.

2R Capital, ad esempio, ha gestito la cessione di crediti legati alla produzione di energia rinnovabile e alla riduzione dell’impatto ambientale delle attività produttive per oltre euro 200 milioni. Investire nella direzione giusta può realmente conciliare la rendita, il benessere della società e la sostenibilità.

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